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Dalla morte del Generale Qassem Suleimani per mano americana, in Iran ogni scenario è aperto. Sul futuro prossimo del Paese, pesano come sempre la storia, la cultura islamica e soprattutto le istituzioni al vertice del governo, il duopolio degli Ayatollah e dei Pasdaran i quali con il loro strapotere hanno trasformato questo grande Paese in una teocrazia armata, attualmente in fase espansiva. Se da un lato i loro sogni egemonici vorrebbero Teheran dominus del Medio Oriente, la realtà di oggi fotografa un'amministrazione sbilanciata in una sfida epocale che, all'esterno vede l'Iran pesantemente coinvolto in Iraq, in Siria e in Yemen, e per questo in frizione con Arabia Saudita e Turchia. Contemporaneamente, al suo interno vede il Paese attraversato da tensioni economiche - leggi embargo - e agitazioni sociali non indifferenti, con annessi diritti umani calpestati. Un rumore di fondo cui si sommano inevitabilmente la guerra fredda con lo Stato di Israele e l'annosa questione dell'arma nucleare.